Domenico Buzzetti. video + visual arts
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Daniele Astrologo
Il viatico del viandante

Il filo conduttore del video di Domenico Buzzetti, Don't traveI with heavy luggage, è il senso del viaggio, letto come percorso di vita, sospeso tra i termini di una partenza e di un arrivo. Se l'inizio di questo cammino appare chiaro, l'immagine del protagonista che cammina risoluto lungo una strada di montagna lo conferma, non si sa tuttavia verso quale approdo e diretto. Alla fine del video, Buzzetti inquadra un tunnel verso il quale il protagonista si dirige. Che cosa lo aspetta? Ce la farà ad attraversarlo? Che cosa c'è dentro questo spazio di cui non vediamo l'interno? Quale sarà la sua lunghezza?
Compiere un viaggio equivale a percorrere un tempo vissuto, ricordando tutte quelle esperienze che hanno segnato la propria storia. Nel percorrere questo sentiero i ricordi si assommano in modo disordinato e convulso, acquistano peso e gravano sulle spalle del pellegrino. Il viandante Domenico compie questo viaggio con i propri bagagli che aumentano continuamente, istante dopo istante, capienti per contenere tutti gli spezzo­ni di vita che segnano il tempo vissuto, e ingombranti perché lo ancorano a un passato sempre più incombente e difficilmente controllabile.
La sua relazione d'amore, le sue diverse attività creative, come il dipingere e il comporre musica, i momenti lieti delle feste, gli episodi di vita notturna, i momenti del lavoro, sono abilmente registrati da fotografie, filmati, brani sonori, quadri, recensioni, tecnologie... Si tratta di dati che Io costringono a percorrere un sentiero sempre più esasperato, concitato e incontrollato che non può continuare all'infinito. Al termine di questo viaggio, la vita dell'uomo si trova, infatti, di fronte all'ingresso di un tunnel. Passaggio attraverso l'ignoto? Mistero? Al di là? Questo sembra essere il suo destino, verso il quale il viandante si dirige con passo risoluto e deciso.
La successione delle sequenze del video è all'inizio lenta e pausata, poi sempre più incalzante fino a raggiungere un'accelerazione esasperata che le rende illeggibili. Un serrato montaggio d'immagini e filmati mosso a ritmo della musica, anch'essa in linea con una progressione che va dritta dritta al parossismo sonoro, al limite del rumore, accentua la sensazione della perdita di ogni controllo, di ogni senso che possiamo dare ai nostri istanti di vita che si sovrappongono in modo sempre più frenetico e spasmodico. Alla fine. a questo acme quantitativo, ammasso informe di ricordi archiviati, segue, come all'inizio, l'inquadratura fissa sul viandante.
Ora, però, è carico di tutti quei bagagli raccolti nel corso della vita. E il viatico di Domenico. Col passo affaticato ma risoluto di chi persegue un obiettivo, Domenico si appresta a entrare nel tunnel. Qual è il senso del viaggio di Domenico? Viaggiare è riflettere sul senso del viaggio.


da “Il viaggio” catalogo del Premio Arti Visive San Fedele 2005/2006
 



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